📌 27 Giugno 2021

La cromoterapia è una disciplina che fa parte delle medicine alternative, e nasce (pensate un po’!) nell’antico Egitto: allora, e ancora oggi, si sosteneva che ogni colore ha particolari proprietà, in grado di aiutare il corpo e la mente a ritrovare il loro naturale equilibrio. Il colore stimola il cervello in tanti modi: alcuni studi evidenziano come i colori condizionano il sistema nervoso, immunitario e metabolico dell’uomo.
Tuttavia, l’uso dei colori come medicina alternativa non poggia su alcuna prova scientifica dimostrabile, per questo la cromoterapia fa parte delle cosiddette “pseudoscienze”. La verità è che l’effetto che la percezione del colore ha su di noi non si basa sulla fisica della luce, ma dipende troppo dai nostri gusti personali per essere universalmente tradotto in una forma di medicina valida per tutti.
👉🏼 Diverso è invece il campo della psicologia del colore, una disciplina che utilizza il metodo scientifico applicato ai colori. Essa parte dal presupposto, fondato, che i colori stimolano la mente umana, provocando in ognuno di noi sensazioni diverse e particolari. Esiste anche un test (il test dei colori di Luscher) che serve a studiare in modo serio e attendibile lo stato d’animo di una persona a partire dai colori che sceglie. È un test molto utile per conoscere più a fondo la personalità degli adulti ma anche e soprattutto quella dei bambini, dal momento che permette di poter studiare anche gli scarabocchi basandosi semplicemente sulla scelta dei colori. Anche i colori infatti sono un mezzo di comunicazione!

👉🏼 Persino a tavola, i colori indirizzano la scelta dei cibi che decidiamo di mettere nel piatto. Pensateci un attimo: prima di mettere in bocca qualsiasi cibo lo guardiamo, lo mangiamo “con gli occhi”. La vista dà al cervello importanti indicazioni sull’appetibilità degli alimenti; infatti, semplicemente osservandone il colore, possiamo capire se un alimento è acerbo, marcio o ammuffito..
👉🏼 Oltre a segnalarci lo stato degli alimenti, l’aspetto con cui ci viene proposto un piatto è capace di creare immediato interesse e appetito, o al contrario completa inappetenza. Lo sanno bene gli chef, che dedicano grandissima attenzione alla presentazione dei piatti: il segreto sta proprio nell’immagine, che da sola riesce a influenzare il gusto del piatto e l’umore che il piatto ci stimolerà. Immagina se ogni alimento dei tuoi pasti fosse incolore o, per esempio, tutto grigio. Probabilmente non avresti voglia di mangiarlo, perchè i colori delle pietanze funzionano da “anticipatori” del gusto.
👉🏼 Non solo: studi recenti hanno scoperto che i pigmenti che colorano frutta e verdura non hanno solo una funzione visiva, ma producono anche effetti psicologici particolari in base al loro colore. Ad esempio, si è visto che il cervello umano associa ai colori caldi (come il giallo, il rosso e l’arancione) un sapore ricco e nutriente. Il rosso in particolare è la tinta che più di tutte invoglia a mangiare; ma è anche quella che stimola l’assunzione dei cibi in modo più rapido.
🖐🏼 Le origini di questo meccanismo risalgono ai tempi antichi, dove il colore era la principale indicazione per valutare quanto un alimento fosse commestibile o meno. I colori dei cibi più presenti in natura (come il rosso, il giallo e l’arancione) erano quelli che stimolavano di più l’appetito dei nostri antenati. Al contrario, i cibi dei colori più rari in natura, come il blu o il viola, essendo più difficili da trovare erano percepiti con più diffidenza. Ecco perché anche oggi vedere un alimento di questo colore attenua il senso di fame. Guarda ad esempio il waffle qui sotto. Cosa ti trasmette? Hai l’acquolina in bocca all’idea di mangiarlo?

👉🏼 Ma a tavola hanno una grossa importanza non solo i colori dei cibi: anche quelli dei piatti, della tovaglia, addirittura dei locali in cui mangiamo riescono a invogliarci o meno al consumo. Il principio è sempre lo stesso: alimenti su piatti rossi, gialli e arancioni saranno percepiti come più attraenti e ci invoglieranno a mangiare di più. Se invece vogliamo ottenere l’effetto opposto e ridurre la quantità di cibo consumato, il consiglio è quello di usare piatti blu o viola.
Vi saluto con l’immagine simpatica qui sotto, che ci ricorda quali sono i colori che alimentano di più l’appetito (le fasce più grandi dell’arcobaleno) e quali meno (le fasce più piccole).

© G. Manoni