📌 2 Maggio 2021

Forse ricorderete la notizia di un gruppo di modelle che, a inizio Aprile, è stato arrestato a Dubai per oltraggio alla decenza pubblica. Le 15 ragazze posavano completamente nude sul balcone di un grattacielo, durante uno shooting fotografico, e sono state riprese in un video che in breve tempo ha fatto il giro del web, creando scompiglio nella comunità araba.
Pur essendo un paese liberale, negli Emirati Arabi Uniti è considerato reato mostrarsi nudi in pubblico, e la pena che si rischia va da circa 1.200 euro fino a sei mesi di prigione. Nella ricca Dubai, dove molti occidentali trascorrono vacanze da sogno, non è la prima volta che le persone finiscono nei guai a causa della libertà d’espressione.
Oggi, nella società occidentale dello spettacolo, non ci sono più remore a esibire corpi pubblicamente e senza vergogna. Forse però, in questo caso verrebbe da chiedersi se la nostra è diventata una società senza vergogna, o se semplicemente la vergogna non è più quella di una volta. Beh, come tutte le emozioni, anche la vergogna non è scomparsa: piuttosto si trasforma, cambia di intensità e di espressione a seconda della cultura e del periodo storico in cui viviamo. Ma partiamo dal capire bene cos’è.

👉🏼 La vergogna è in sostanza quello che succede al nostro corpo dopo che ci siamo autoaccusati di qualcosa: di colpo ci sentiamo piccoli e a disagio, teniamo lo sguardo basso, arrossiamo e vorremmo sparire all’istante. Però, perché ci vergogniamo deve esserci un presupposto: dobbiamo riconoscere che, nella situazione in cui ci troviamo, esistono delle regole che accettiamo e che ci sembrano giuste. Soltanto a questa condizione, avvertiamo quello che ci capita come qualcosa di molto spiacevole.
Sembra che a provare vergogna non siano solo gli esseri umani, ma anche alcune specie animali, tra cui i cani. Un cane in alcuni casi riesce a capire di aver combinato qualcosa che non doveva (per esempio ha fatto la pipì dentro casa, ha morso dei mobili o ha rubato del cibo). La tipica faccina da colpevole insieme alla coda tra le gambe, oppure il mettersi mogio mogio in un angolino sembrano proprio segnali di vergogna. 🐶

👉🏼 Oggi la vergogna non è più la stessa: è diventata una faccenda privata, qualcosa da non mostrare assolutamente in pubblico, e nasce soprattutto dall’essersi accusati di un fallimento personale rispetto ad uno standard che vorremmo raggiungere e che è condiviso dal “senso” comune. Non avere successo, non saper vendersi bene, sentirsi inadeguati nei risultati raggiunti e nell’immagine che si vuole dare di sé sono nuove forme di vergogna. Anche per questo, tra i più soggetti alla vergogna ci sono i giovani.

👉🏼 Ma la vergogna colpisce soprattutto le donne. Alle donne viene insegnata molto presto l’attenzione ad essere “come si deve”, e così le sensazioni di vergogna che derivano dal proprio corpo, nel loro caso, hanno un peso maggiore. Anche solo per il fatto che sono molto più “osservate” dalla società per quanto riguarda il giusto rapporto con il corpo. Proprio come il non avere successo; non sentirsi all’altezza di un corpo bello, sano e curato, impeccabile, a norma, è un’altra forma di vergogna degli ultimi anni.
A questo punto però è importante distinguere il pudore dalla vergogna. Chi ha pudore semplicemente non ama mostrarsi, ma non sempre prova vergogna. Provare vergogna implica un certo disagio, un certo malessere che nasce dal giudicarsi negativamente, dal non accettare sé stessi o il proprio corpo. Per questo, purtroppo, la vergogna è un’emozione spesso presente nei disturbi del comportamento alimentare, dall’obesità all’anoressia.

👉🏼 Tutto vero anche se, probabilmente, la vergogna più diffusa e comune della nostra epoca è un’altra, ed è oggi la più taciuta: sta nel mostrarsi vulnerabili e insicuri, fragili, bisognosi degli altri. Ci vergogniamo così tanto di esserlo, che ci sentiamo in dovere di nascondere la nostra vergogna, tant’è che finiamo addirittura per “vergognarci di esserci vergognati”.
Fonte: Saggio “Vergogna. Metamorfosi di un’emozione” di Gabriella Turnaturi
© G.Manoni