📌 25 Aprile 2021

Oggi, 25 Aprile, è l’Anniversario della Liberazione d’Italia dal regime fascista.
Il tema del fascismo è un tema sempre attuale perché significa parlare, ancora prima che di un regime, di una mentalità. Il “seme” del fascismo si nasconde nell’ atteggiamento di chi pensa di essere portatore dell’unica idea giusta e degna di esistere, mentre gli altri (i “diversi”) devono solo tacere. Certo, poi servono anche certe altre condizioni perché questo seme germogli.
Ma il fascismo, quello vero, non è stato “solo” Mussolini, bensì anche una grossa fetta di popolo che gli ha permesso di rimanere al potere per vent’anni. Come è stato possibile? È poi davvero così anormale che ciò accada? Vediamo di capire un po’ meglio da dove, in parte, è nato questo iniziale consenso.
👉🏼 Per capirlo dobbiamo parlare di conformismo. Nonostante oggi di solito lo consideriamo come qualcosa di negativo, in realtà si tratta di un atteggiamento che fin dalla preistoria ha permesso alla specie umana (e non solo) di sopravvivere. Ciascuna persona, per quanto indipendente, è guidata da ciò che possiamo chiamare “l’istinto del branco”. È cioè portata ad assecondare gli altri, per ottenere il loro aiuto e la loro protezione, e per evitare la paura e la solitudine “fuori dal branco”. Infatti solo stando in gruppo i nostri antenati riuscivano a sopravvivere, a difendersi dai predatori e a procurarsi il cibo.

Anche oggi, fin da bambini, non potremmo sopravvivere da soli: dobbiamo far parte di un gruppo. Questo bisogno spesso ci spinge a conformarci con atteggiamenti che non ci appartengono, che non sentiamo nostri, solo per la necessità di far parte di quel gruppo. La paura di venire isolati ci fa nascondere in qualche modo “chi siamo veramente”, e ci fa accettare le idee e le opinioni più diffuse senza fermarci tanto a pensare a che cosa significano e se siamo veramente in accordo con esse.
Più il gruppo da cui vogliamo essere accettati è grande, più tenderemo a diventare conformisti e a “farci andare bene tutto”. E più siamo indecisi su qualcosa, più faremo la stessa cosa. Una volta che ci siamo fatti andare bene le cose, cioè che ci siamo conformati alle idee e di quel gruppo, siamo spinti da un lato a difenderlo e dall’altro a svalutare le persone che appartengono a gruppi diversi (e sono cose che succedono da mille anni, a partire dalla politica fino ad arrivare all’esclusione di donne, diversamente abili, omosessuali…). Oggi, nel nostro piccolo, il conformismo è diventato un atteggiamento dilagante in moltissimi ambiti, dal modo di vestire o di vivere alle “manie collettive”: pensiamo agli influencer di instagram, che basano il loro successo sul fatto di essere seguiti e imitati da tantissime persone.
![La lettrice errante: "Perché non sei anticonformista anche tu, come tutti gli altri?" [G. Pontiggia, Le sabbie immobili]](https://gretamanoni.files.wordpress.com/2021/04/9e0cf-554582_10151142729961406_487918545_n.jpg)
👉🏼 L’atteggiamento opposto è un valore spesso frainteso: l’anticonformismo. A volte lo associamo all’atteggiamento di chi fa sempre tutto il contrario di quello che fanno gli altri, ma in realtà non si tratta di questo. Essere anticonformisti vuol dire non aderire a qualcosa semplicemente perché “lo fanno gli altri”. La chiave sta nella motivazione che ci spinge a fare o meno qualcosa, a pensarla in un certo modo. Se quello che facciamo ci rispecchia, siamo liberi di farlo anche se “è così che fanno tutti”. Opporsi alle idee degli altri solo “per partito preso” non è forza di carattere, è debolezza. Il vero anticonformismo implica una grande forza di carattere, e la forza di carattere non può esistere dove mancano idee personali ben salde.
Una persona anticonformista è semplicemente qualcuno che riesce ad essere sé stesso, e a non farsi condizionare dagli altri. Chi lo fa spesso prende decisioni alternative, che altre persone non capiscono o non approvano. Per questo deve essersi costruito una certa sicurezza, che gli permette di sfidare i comportamenti comuni senza soffrirne. Attenzione: non è una via adatta ad essere percorsa con superficialità, perché comporta la capacità di tollerare a volte la solitudine. Ma questo non deve influenzarci o farci dubitare di noi stessi e delle nostre capacità… Pensiamola un po’ come vedere il mondo con tutti i colori possibili, e scegliere quelli che più ci rispecchiano, invece di restare sempre dentro una gabbia fatta soltanto da una scala di grigi.
© G. Manoni