📌 7 Marzo 2021
Si è tenuto anche quest’anno il Festival di Sanremo, e così alle consuete polemiche se ne sono aggiunte di nuove, dettate dalla situazione d’emergenza cui siamo costretti da ormai un anno a questa parte. Al di là dei dibattiti, comunque, in questa settimana non si può non parlare di musica, perchè forse la musica in sè è proprio quella cosa che riesce ad oltrepassare ogni dibattito e a regalarci qualche minuto di spensieratezza, o meglio, di leggerezza -giusto per riferirmi al titolo di una delle canzoni in gara.
Oggi però “alleggeriamo” la mente parlando qui insieme a voi degli effetti che una particolare musica -la musica binaurale- ha sul nostro cervello. Ci sono infatti brani musicali che grazie a speciali “vibrazioni” ci spingono ad entrare in stati mentali diversi dal solito. Questi suoni possono influenzare il nostro cervello, portandoci in uno stato di concentrazione o di rilassamento. Per capire come funzionano, partiamo dall’inizio.

Normalmente, il nostro cervello è abitato dai neuroni e questi neuroni generano una certa corrente elettrica, che può essere più o meno forte a seconda del tipo di attività che stiamo svolgendo. Il nostro cervello genera una corrente elettrica piuttosto debole quando siamo rilassati o quando siamo assonnati. Quando invece siamo vigili e attenti a tutto ciò che abbiamo intorno, il nostro cervello genera una corrente elettrica più forte, e allora riusciamo meglio a memorizzare informazioni e a imparare cose nuove. Possiamo essere spinti ad entrare in uno di questi due “stati mentali” ascoltando i famosi suoni binaurali, ma in realtà esistono anche altri stati mentali che dipendono sempre da quanto è forte o debole la corrente elettrica generata dal nostro cervello: sono le famose “onde alfa”, “beta”, “teta”, “gamma”… Chi medita spesso, dopo anni di continui e regolari esercizi, impara ad entrare in quello stesso “stato mentale” di rilassamento di cui abbiamo parlato, e che è favorito appunto dall’ascolto dei suoni binaurali. Questi suoni non sono una bufala clamorosa, ma bisogna fare chiarezza.

Il suono in generale è una vibrazione, e i suoni binaurali sono quella particolare vibrazione che si crea dentro il nostro cervello quando due suoni leggermente diversi tra loro (perché vibrano in modo diverso) raggiungono nello stesso istante l’orecchio destro e quello sinistro. Quindi è necessario ascoltare questi suoni “speciali” da un paio di auricolari stereo, che permettono di riprodurre sonorità diverse dai due lati.
I suoni binaurali in sé sono delle vibrazioni, quindi assomigliano più a dei rumori quasi fastidiosi: per questo motivo vengono spesso messi come sottofondo a delle melodie vere e proprie, per renderne più piacevole l’ascolto, e quindi si parla di “musica binaurale”. A seconda di quanto è forte la vibrazione del suono di sottofondo, la musica binaurale può favorire o la concentrazione o il rilassamento.
Ma funziona davvero? Pur essendo un fenomeno reale, scientifico, ci sono diverse cose che possono impedirci di entrare in questi stati di rilassamento o di concentrazione, in primis le emozioni del momento. Insomma, come spesso succede la verità sta nel mezzo: i suoni binaurali non sono straordinariamente efficaci, ma non sono nemmeno del tutto inutili. Prima di scaricare ore e ore di suoni binaurali (e su internet ce ne sono a bizzeffe!), tieni a mente però che se non sei un meditatore esperto il loro uso sarà praticamente inutile. E fai attenzione all’unica controindicazione: se soffri di epilessia, lascia perdere!
©G.Manoni