Sono arrivati gli smartphone e i social network, e le esperienze sociali delle persone sono state amplificate. Da un lato, abbiamo l’opportunità di essere connessi agli altri. Dall’altro lato, questi strumenti possono portarci con facilità ad una maggiore dipendenza da internet. Così, in parallelo allo sviluppo continuo di nuove tecnologie, assistiamo alla nascita di nuove condizioni patologiche legate a queste.
Perdersi il meglio e le cose più importanti: questa preoccupazione interessa soprattutto i giovani e si chiama fomo. Fomo è l’acronimo di “fear of missing out”, e indica la paura di essere tagliati fuori, di essere esclusi da eventi, esperienze, o contesti sociali gratificanti. C’è chiaramente un collegamento importante tra fomo e dipendenza da smartphone, ma i comportamenti che caratterizzano questa nuova forma di ansia sociale non si verificano online.
La fomo comporta il desiderio (che può diventare un’ossessione) di monitorare continuamente ciò che viene pubblicato dai nostri amici sui social per poter rimanere sempre aggiornati. Chi presenta questa tendenza ha paura che le altre persone possano fare esperienze appaganti quando lui\lei non è presente o direttamente coinvolto.

I social media sono conditi, come tutti ben sappiamo, da una serie di fotografie degli eventi più belli a cui partecipiamo. Secondo gli esperti, queste immagini ci portano spesso a fare confronti tra noi e gli altri, e le conseguenze non sono rosee: ci portano facilmente ad ingaggiare una lotta con noi stessi e ci convincono che gli altri se la passino meglio di noi, lasciandoci scontenti e a volte pieni d’invidia.
Gli esperti hanno visto che questa forma d’ansia può incidere direttamente sul nostro umore, e si ritiene potrebbe contribuire a fenomeni depressivi. In uno studio che ha indagato gli effetti di questa tendenza, si è rilevato che questi erano particolarmente gravi la sera e durante il weekend, ma anche quando il dovere chiama (per esempio, quando siamo a casa a studiare mentre gli amici fanno festa).
I social network ci condizionano tanto perché fanno leva su un bisogno legittimo e naturale dell’essere umano: il sentimento di connessione con gli altri, che influenza la nostra salute psicologica, ma ancor più quella dei ragazzi. L’adolescenza è un periodo critico: i ragazzi sono spinti per natura a relazionarsi sempre di più con i coetanei e meno con i genitori. I legami con gli amici si fanno più intimi per rispondere al bisogno fisiologico di associarsi e di appartenere a un gruppo. Ecco spiegato perché la fomo colpisce soprattutto i giovanissimi.
Per capire se la fomo condiziona anche te, puoi provare a rispondere a queste 4 semplici domande:
👉🏼 Se non sei presente quando gli amici si incontrano e si divertono, provi una sensazione di avvilimento e frustrazione?
👉🏼 Non sapere cosa stanno facendo gli amici ti rende nervoso?
👉🏼 Senti la necessità di comunicare subito online quando fai qualcosa con altre persone?
👉🏼 Hai problemi di concentrazione mentre studi o lavori?
Finora la fomo non è una malattia riconosciuta. Tuttavia, i confini con la dipendenza da Internet (per la quale è sensato richiedere un aiuto a professionisti) sono molto sfumati.
Qual è la via d’uscita?
«Imparate a perdervi qualcosa!», scrive il medico Eckart von Hirschhausen. Sebbene possa sembrare lapidaria, si sta delineando questa nuova controtendenza: la gioia di perdersi qualcosa. Il trend si chiama «Joy of missing out», in breve Jomo.
Resistere alla tentazione richiede autocontrollo: non seguire il riflesso di guardare lo smartphone, infatti, non è un esercizio semplice. Ma isolarsi, almeno ogni tanto, e non volerne sapere degli ultimi aggiornamenti può diventare una sensazione liberatoria e aumentare la qualità della nostra vita. Prerogativa : riflettere sul proprio comportamento riguardante i media, ma immagino che se hai letto fino in fondo questo articolo, tu lo stia facendo. 😉
Fonte: “Fear of missing out: prevalence, dynamics, and consequences of experiencing” di Marina Milyavskaya
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